Dopo l’anteprima mondiale al Teatro La Fenice di Venezia nel 2016 e gli appuntamenti di Parigi, Barcellona e Astana, arriva in Italia (a Roma il 1° febbraio al Teatro Sistina, poi Torino, Milano, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e di nuovo Venezia) lo spettacolo di teatro musicale “Dorian Gray. La bellezza non ha pietà”, prodotto da Pierre Cardin nel 70esimo anno della carriera di un uomo che ha influito come pochi altri nel settore della moda e dello spettacolo.
Un traguardo festeggiato affidando a giovani talenti italiani uno spettacolo che porta in scena, con un linguaggio sofisticato ed eclettico, la famosissima opera di Oscar Wilde. Ne abbiamo parlato con Daniele Martini, autore dei testi e delle musiche dell’opera.
Come nasce il progetto “Dorian Gray” e quali sono gli elementi che hanno portato alla scelta del soggetto tratto dal romanzo di Oscar Wilde?
Originariamente doveva essere un balletto: avevo scritto musiche per orchestra, pensando all’interazione tra quattro danzatori, tre uomini e una donna. Volevo raccontare la perfetta attualità dei suoi temi, attraverso la bellezza, la sensualità, il tormento e il destino di Dorian Gray. Quando proposi questo progetto al signor Cardin lui fu entusiasta. Successivamente mi espresse il desiderio di poter produrre un’opera su Dorian Gray che racchiudesse più linguaggi, dando spazio al canto e alla recitazione. A questo punto divenne naturale pensare a un’opera di teatro musicale, riscrivendo tutto da principio. Quello che mi ha maggiormente stimolato nel trattamento del testo originario è stata una intuizione che descrisse lo stesso Oscar Wilde: tutti noi siamo, contemporaneamente e in momenti diversi, i personaggi principali del romanzo. Siamo Dorian, Lord Henry, Basil il pittore, Sibyl Vane e il ritratto stesso, senza pietà, specchio oggettivo e spaventoso. A questo punto ho pensato ad un unico interprete per tutti i ruoli, progettando una scrittura musicale che desse vita al diverso logos interiore di ogni personaggio senza mai ripetersi. Ho disegnato una bozza di scenografia in cui un unico elemento tridimensionale rappresentasse il contenitore del pensiero di Dorian nel suo presente e il palco esterno ad esso diventasse il luogo del tempo nel passato in cui Dorian rivive ciò che racconta nei suoi monologhi e dialoghi.
L’incontro con Pierre Cardin è stato alla base di quest’opera oppure avevate avuto già occasione di collaborare in passato?
Ho incontrato il signor Cardin nel luglio del 2009: nel 2010 produsse il mio “Casanova, amori e inganni a Venezia” debuttando in Piazza San Marco a Venezia poi in tournée. Tra le tappe più importanti il Gran Teatro di Stato del Cremlino a Mosca. Nel 2013 seguì “Amleto, dramma musicale” di cui fui anche coproduttore. Ho avuto il prestigio, oltre alle tournée e alla collaborazione in altri progetti prodotti da lui, di fornire più volte anche le musiche per alcune sfilate di moda per gli abiti della sua Maison in eventi internazionali.
Rock, pop, tradizione orchestrale classica: come si è orientato nella scelta del linguaggio musicale idoneo per la scrittura testuale?
La mia formazione musicale è divisa in più ambiti e mi piace spaziare da un genere all’altro nella misura in cui sento, in fase di scrittura, uno stile più adatto di un altro per vestire un personaggio o una particolare emozione. La scrittura testuale trova la sua naturale espressione in ognuno di questi stili. Dal punto di vista drammaturgico e generale dell’opera mi piace concedermi delle libertà, mantenendo sempre una visione dall’alto, per garantire uno stile unitario ed evitare che le differenti soluzioni estetiche diventino esercizi di stile.
La regia originale di Wayne Fowkes è affidata ora a Emanuele Gamba: ci sono differenze tra i due approcci?
Ci sono molte differenze ma una in particolare: la prima regia, quella di Fowkes, si concentrava prevalentemente, calcando quanto avevo scritto, nello “spettacolarizzare lo spettacolo”. È un punto di vista. La seconda regia, di Emanuele Gamba, si concentra invece soprattutto sul contenuto drammaturgico.
Osando un parallelo, lo specchio di Dorian Gray è il moderno selfie?
Io ne sono convinto! Siamo circondati da migliaia di Dorian Gray! E, in fondo, lo siamo un po’ tutti…
La tournée prevede un calendario molto fitto: c’è un palcoscenico che la affascina o la stimola in particolare?
Sono molto attratto dai teatri di tradizione, dalle realtà storiche e istituzionali del nostro Paese. Sono luoghi in cui si è scritta la storia. Poter calcare certi palchi è un vero prestigio. Poter presentare una propria opera in teatri come La Fenice di Venezia e il San Carlo di Napoli o il Petruzzelli di Bari, è davvero un grande onore. Ma alla fine, ci tengo a dire, sono le persone a fare la differenza e quando il pubblico accoglie lo spettacolo, indipendentemente dal luogo, è sempre una grande soddisfazione e provo tantissima gratitudine.
Musica, teatro, moda, sono espressioni artistiche che nel corso del Novecento hanno sempre più incrociato i loro percorsi: quale pensa possano essere gli sviluppi nel XXI secolo, anche alla luce di lavori come questo di “Dorian Gray”?
Credo che tutti questi linguaggi ed espressioni culturali ed artistiche saranno sempre in forte contatto tra loro perché, l’uno influenza l’altro e viceversa, in un flusso continuo. Al centro di tutto questo c’è sempre l’essere umano, ponte trasversale tra le diverse realtà. Oggi, forse, l’uomo è più contenitore che contenuto, perdendo il suo baricentro antropologico. Viviamo in tempi in cui i contenitori dei contenuti umani sono diventati contenuti e l’uomo il loro contenitore. Un po’ come Dorian Gray. O forse no?
CREDITS & CAST
Autore testi e musiche: Daniele Martini
Produzione e costumi: Pierre Cardin
Regia: Emanuele Gamba
Direttore artistico e scenografie: Rodrigo Basilicati
Dorian Gray: Federico Marignetti
Anima di Dorian: Thibault Servière
Ballerino “Anima di Dorian”: Marco Vesprini
CALENDARIO 2018
– 1/2/3 febbraio: Roma – Teatro Sistina
– 13/14/15/16 febbraio: Torino – Teatro Colosseo
– 4/5/6 maggio: Milano – Teatro Arcimboldi
– 11/12 maggio: Bologna – Teatro Il Celebrazioni
– 17/18/19/20 maggio: Firenze – Teatro della Pergola
– 22/23 giugno: Bari – Teatro Peruzzelli
– 31 luglio/1 agosto: Napoli – Teatro di San Carlo
– 3/4/5 agosto: Venezia – Teatro La Fenice