Veronica Marchi parla del suo nuovo album
Classe 1982, Veronica Marchi giunge alla quarta prova sulla lunga distanza. Il disco s’intitola “Non sono l’unica” ed esce il 28 settembre per Qui Base Luna, l’etichetta discografica della rete Doc, per la quale pochi giorni fa è uscito anche Lungoviaggio, il nuovo disco di Irene Grandi con i Pastis.
Non sono l’unica è un lavoro valido, ammantato di arrangiamenti pop solo in apparente contrasto con la concezione più cantautorale del passato recente di un’artista che si è meritata numerosi elogi, premi (come il “Bianca d’Aponte”) ed un seguito forte.
A cosa è dovuto il cambio stilistico che ti ha portata da un cantautorato minimale agli arrangiamenti pop del nuovo album?
In realtà il pop è sempre stato presente nella mia musica. Solo il terzo disco è la perla acustica sperimentale, che sono sicura ritornerà. Ma se si ascoltano i primi due dischi si sente che sono una vera amante del pop. I suoni in questo nuovo album sono arricchiti anche da una fitta presenza elettronica, la vera nuova entrata. Mi sono affidata totalmente al produttore artistico Stefano Giungato che ha arrangiato e suonato quasi tutto. Sono stata fortunata, mi sono fidata e ho ben riposto la mia musica nelle sue mani.
Cambiamenti, volontà e condivisione sono i temi portanti di “Non sono l’unica”: puoi approfondire i perché dei testi e del titolo del nuovo lavoro?
È partito tutto due anni fa, io credo, molto prima delle canzoni. Avevo bisogno di cambiare, prima dentro di me e poi fuori, a costo di sbagliare. Ho raccontato nei testi alcuni pezzi di vita, cose che ho visto intorno a me o cose che ho vissuto in prima persona. È un disco di avvicinamento alle persone: non sono l’unica a soffrire, a gioire, a cambiare, a sorridere, a piangere. C’è un certo egocentrismo, un certo narcisismo e un certo senso di onnipotenza nella società di oggi che mi ha contagiata per molto tempo. Sono scesa dalla prospettiva che mi stava chiudendo nel mio mondo e sono andata a vedere da vicino, scavando dentro me.
Nel nuovo lavoro, oltre a rinnovare il genere è stata rinnovata anche la band. Chi sono i tuoi compagni di viaggio?
Sono Nicola Panteghini (chitarre elettriche e programmazioni) e Stefano Pisetta (batteria e synth). Suoni nuovi, che non rinnegano il passato ma sono solo l’espressione di una curiosità, di una voglia di sperimentare, di giocare con la musica.
Che cosa ti ha lasciato dentro l’esperienza ad X-Factor?
Molto, come prima ti spiegavo il processo di cambiamento è iniziato due anni fa, credo anche grazie a XF che è stato una botta assoluta, uno strappo con i cliché e un divertimento puro. Ho conosciuto persone importanti che hanno arricchito il mio bagaglio personale e artistico, ho potuto far sentire la mia voce a molti. Sì, lo so, non dovrebbe essere così sottile l’imbuto da cui passare per farsi conoscere ma non ci sono molte alternative. Io ho l’urgenza di farmi ascoltare e di parlare alle persone perciò sono andata. E mi ha fatto bene, mi ha sbloccato (guarda il video della sua cover di “Walk” a X-Factor).
Come vivi l’esperienza live? Ci sarà un tour per promuovere l’album?
Non vedo l’ora di suonare, mi piace tantissimo. Praticamente sono nata suonando dal vivo e registrando in studio. Queste sono le due cose che amo di più al mondo. Il tour partirà appena dopo l’uscita del disco, mentre nei giorni appena precedenti saremo in Europa, nei club francesi. Parto sempre dalla Francia, mi dà forza e mi porta fortuna!