La mia generazione è cresciuta in un periodo storico di transizione, a cavallo tra un mondo analogico e uno digitale. Dalle cabine telefoniche a gettoni, siamo passati alla scheda, al primo cellulare, alle chat su internet per arrivare ai social network, connessioni internet velocissime e dispositivi mobili iper performanti. Una evoluzione tecnologica che ha segnato radicalmente il nostro quotidiano e i tre elementi che lo caratterizzano: relazioni sociali, istruzione e lavoro. Conoscere le evoluzioni tecnologiche che ciascuno di essi ha subito ci aiuta a comprenderne le dinamiche nella loro globalità, fornendoci consapevolezza e controllo.
Oggi si parla tanto di Industria 4.0, la quarta rivoluzione industriale nella quale le nuove tecnologie sono sempre più presenti nelle attività produttive. Ogni giorno scambiamo messaggi, scriviamo sul web, le app monitorano le nostre azioni, interessi e spostamenti, le aziende e gli enti pubblici caricano online statistiche e dati di ogni genere. I famosi Big Data, sulla base dei quali le aziende prendono decisioni per la realizzazione di nuovi servizi e prodotti. Usando parte di quei Big Data in combinazione con uno smartphone è possibile sbirciare l’ambiente che ci circonda. Vedere le immagini con informazioni aggiuntive che arricchiscono l’ambiente reale. Stiamo parlando di Realtà Aumentata, una tecnologia che può essere usata per aiutare le persone a individuare prima e meglio i luoghi o poter lavorare su oggetti e ambienti senza simulatori o computer perché tutto succede in tempo reale.
Aggiungiamo ai precedenti un dispositivo indossabile che traduce i nostri gesti in azioni “digitali”. Hardware miniaturizzati, sensori e software dedicati ci permettono di creare accessori (wearable technologies) che traducono ogni nostro gesto in una funzione su monitor, smartphone o visore di realtà aumentata che sia.
Tecnologie affascinanti che in alcuni casi ci turbano perché pensiamo di non poterle controllare. Ma la macchina è creata dall’uomo e impara da esso, ha la capacità di raggiungere l’uomo ma non di sorpassarlo o assumerne il controllo, perché l’uomo le sarà sempre un passo davanti, per istruirla, per superarne i limiti. Infine, l’uomo ha una caratteristica che lo rende unico: la creatività. E per questo, nessuna macchina potrà mai sostituirci.