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Home Mondi Doc Backstage

Stefano Cazzulo: Madrix designer a Sanremo

Socio della filiale di Torino, racconta la sua esperienza di operatore Madrix sul palco dell'Ariston

di Claudia Cefalo
7 Febbraio 2020
in Backstage
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A farla da padrone, a Sanremo, è – o quantomeno dovrebbe essere – la musica. Ma oltre alla schiera dei cantanti in gara, lo show non potrebbe esistere senza il lavoro dei tecnici: centinaia di professionisti specializzati a luci, suoni, video che ci permettono di vedere e sentire tutto quello che vediamo e sentiamo. Tra questi professionisti, abbiamo incontrato sul roof dell’Ariston Stefano Cazzulo, socio della filiale di Torino, light designer in forza al gruppo Trussdesign.

Di cosa ti occupi esattamente qui a Sanremo?

Il mio ruolo qui è di operatore Madrix. Mi occupo della programmazione del Madrix, quindi di tutta lo scenoluminoso sul palco del Festival. Quest’anno è un impianto eccezionale, sia come quantità che come tipo di materiale installato.

Più grande di quello dell’anno scorso?

È diverso. L’anno scorso Madrix era applicato alle luci, mentre quest’anno è applicato allo scenoluminoso puro, per come è nato, quindi con le strip led applicate alla scenografia. La programmazione viene affidata a Madrix controllato dalla consolle Hog4. Quasi tutta la programmazione dei brani in gara è basata su timecode che viene inviato dalla regia musicale e viene gestito sia dalla consolle luci che dal TimeCore di Visual Production che richiama le pagine e abilità i timecode della consolle, più ovviamente tutti gli special in manuale: discese, presentazioni, premiazioni etc.

Quanti siete addetti al Madrix?

Durante la trasmissione e la programmazione sono da solo, mentre per quanto riguarda l’allestimento e il pre allestimento, quindi lo studio del progetto e il mapping, mi sono più volte consultato con vari membri di Trussdesign sulle varie soluzioni da poter applicare per un impianto di tali dimensioni. Dal primo giorno di prove in poi mi sono occupato della consolle luci che gestisce Madrix e della programmazione del Madrix stesso. In periodo di allestimento invece, mi sono occupato della configurazione e settaggio di tutto l’impianto, il lavoro è stato notevolmente accelerato grazie ai tecnici di E-kube che ci hanno aiutato con la preparazione del lavoro che è partita a metà dicembre. In regia ad operare alle luci ci sono Adriano e Daniele di Rai e, come caposquadra, il direttore della fotografia Mario Catapano, che ha sempre le idee chiare su come vuole una determinata scena o canzone. Questo è fondamentale nel processo di creazione di uno show così articolato in così poco tempo

Questo è il tuo terzo Sanremo. In questi anni com’è cambiata, se è cambiata, la tecnologia che usate?

Ci sono state delle variazioni non tanto tecnologiche, ma in termini di quantità, ovvero se prima si facevano progetti fino ad un massimo di 5/600 universi di scenoluminoso, adesso siamo arrivati a 2/3000. Questo è la crescita che si ha in tre anni di sviluppo circa. Due anni fa un impianto del genere sarebbe stato impensabile, o quantomeno molto complesso da gestire.

Il tuo percorso professionale che tappe ha previsto?

Il mio percorso di studio è stato molto vario ed è partito da una passione per il disegno tecnico. Ho fatto geometra alle superiori da cui ho appreso sia il disegno tecnico 2D che 3D sia fondamentali di statica che tutt’ora vengono sempre comodi. Successivamente ho intrapreso due anni di ingegneria meccanica, che ho dovuto sospendere perché lavoravo già e questa vita non è compatibile con uno studio universitario. Inoltre volevo imparare cose nuove sul mondo delle luci e, in generale, sullo show design e questo mi ha fatto guardare altrove. Ho fatto a Torino un corso da tecnico del suono, che mi è servito per entrare nell’ambiente dei service, pensando a uno sbocco lavorativo importante che mi garantisse anche una crescita professionale. Credo che ognuno di noi abbia un percorso diverso. C’è chi passa dal teatro, chi dal live, chi intraprende subito la strada della televisione, c’è chi passa dal cinema.

Tra Italia ed estero noti qualche differenza nel tuo settore?

Più che altro a livello organizzativo. Qualitativamente l’Italia non ha nulla da invidiare all’estero. All’estero ci sono sicuramente budget più alti e la disponibilità di tempi più lunghi per allestimento e prove.

Dopo questa settimana sanremese, quali sono i tuoi prossimi impegni?

Andremo subito all’ISE, ad Amsterdam, per aggiornarci sui nuovi prodotti, prendere spunti dalle novità presentate in fiera, per poter proporre ai nostri clienti un servizio sempre innovativo e vincente.

Tags: AristonbackstageFestival di Sanremolight designerSanremo 2020scenoluminosoStefano Cazzulo
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