A cura di Giulio Magliulo
Mauro Ottolini è uno degli artisti più poliedrici della scena ‘non solo jazz’ italiana.
Compositore, trombonista e arrangiatore ma anche appassionato di comics e animazione nonché di tematiche ambientaliste e strumenti atipici, il suo mondo è un coloratissimo ‘ottovolante’ (per citare un suo album del 2007) e noi lo abbiamo incontrato per parlare del suo ultimo lavoro, “Sea Shell” uscito per Azzurra Music, di cui Doc Servizi– insieme a Greenpeace, Legambiente ed Umbria Jazz– è media partner.
Sea Shell è un vero atto di devozione nei confronti del mare e contro i pericoli da cui dovremmo difenderlo; come nasce questo tuo interesse verso queste tematiche?
Credo che gli artisti debbano prendere posizione ed utilizzare il loro ‘megafono’ per sensibilizzare la gente ad argomenti importanti che dovremmo tutti tenere a cuore. Immagina un artista come Bob Dylan senza il suo portato ‘ideologico’, che risonanza avrebbe avuto ai tempi nostri?
La musica fa miracoli, unisce, responsabilità ed etica possono essere veicolate attraverso di essa; per questo sono molto interessato a portare progetti come questo anche nelle scuole.
Le conchiglie, strumenti atipici, sono protagoniste in questo tuo lavoro.
Anche se le si associa essenzialmente a suoni esotici, caraibici, esse sono già presenti in molte culture antiche e remote come quella aborigena, utilizzate dai monaci tibetani e presenti in alcune raffigurazioni mitologiche, ancor prima dei corni. Sono molto interessanti per la loro qualità timbrica, come le percussioni, e proprio come queste ultime non si riferiscono alla scala temperata. Poiché hanno un range espressivo più limitato quindi, bisogna modificarle manualmente. Ora il mio legame con le conchiglie è ancora più forte considerando che il Museo Malacologico Piceno che ospita milioni di esemplari, scoprendone una nuova, l’ha nominata ‘Ottolina’.
“Sea Shell” viene anche raccontato attraverso il bellissimo cartoon realizzato per il brano “La Reina de Las Concha”, un format che spesso hai sperimentato in passato.
Un’altra delle mie grandi passioni è il mondo dei cartoon e dei fumetti. Oltre ad essere molto coinvolgente, un buon video d’animazione è un’altra forma di rappresentazione artistica e quindi di cultura. Per questo collaboro con un team di bravissimi ‘disegnatori jazz’ (Hermes Mangialardo animazione e sceneggiatura, Piero Schirinzi disegnatore e Paolo Pinaglia, post-produzione).
Se penso a progetti futuri, mi piacerebbe realizzare un lungometraggio d’animazione di 50/60 minuti.
Oltre a Doc Servizi, altre importanti partnership quali Umbria Jazz, Legambiente, Greenpeace, Crossroads e FestambienteSud hanno aderito a questo progetto. Come sei riuscito a sensibilizzare nomi così importanti e diversi in questa operazione?
E’ questione di persone, non di brand. Quando le persone che incontro mostrano in modo spontaneo e sincero un interesse reale verso i progetti che proponiamo, le cose succedono. Queste ‘vetrine’ sono importanti ma ancora è più importante dare un seguito costante a queste iniziative e crederci davvero.