È uno dei fenomeni più inquietanti e preoccupanti degli ultimi anni: il bullismo nelle scuole scurisce la cronaca locale di tutta Italia, da nord a sud, senza distinzioni. Fortunatamente sono tantissime le iniziative nate per contrastare il fenomeno, dalla campagna lanciata dagli studenti del liceo Virgilio di Roma, ai progetti “Non conGelateci il sorriso” di molte scuole riminesi. Tra queste iniziative, in particolare ce n’è una, nata in seno alla Scuola di Musica del Garda, che è diventata un’opera lirica e che il 7 aprile sarà in scena a Brescia, al Palatenda “Gran Teatro Morato”: La Bulla di Sapone, su libretto e sceneggiatura di Gigi Tagliapietra, scenografie di Simona Venkova e la regia di Alessandro Manzini. Ne abbiamo chiesto di più ad Alberto Cavoli, direttore della Scuola di Musica del Garda.
Com’è nato il progetto della Bulla di Sapone?
Tre anni fa abbiamo pensato di dare il nostro contributo nell’affrontare il tema del bullismo nelle scuole. Abbiamo dimostrato ancora una volta il grande potere della musica e la sua importante funzione sociale. L’idea era quella di raccontare in musica una storia di bullismo e di proporre la musica stessa come potente antidoto alla solitudine che spesso è alla base del fenomeno. È nata così “La Bulla di Sapone”, opera musicale interamente prodotta dalla Scuola di Musica del Garda, che porta in scena una classe di bambini affiancati da nove giovani cantanti e da due cantanti lirici professionisti, con l’accompagnamento dal vivo dell’orchestra della scuola, che nel finale diventa protagonista dell’opera insieme agli altri interpreti.
Qual è stata la vostra sfida?
Quella di produrre una storia non banale, che fosse ben comprensibile da parte del pubblico dei bambini a cui è indirizzata, ma che fosse anche in grado di dare un messaggio positivo agli adulti con un approccio musicale improntato al massimo rigore.
Qual è la trama?
In molte scuole la lezione di musica non è ciò che vorremmo che fosse: flautini di plastica e suoni sgangherati. La lezione è un’occasione per Daniela, la Bulla, per accrescere la propria rabbia verso Silvia, la vittima, rabbia che esplode nei confronti anche degli altri bambini. Un rapido susseguirsi di eventi e di drammi costringe la Musa della musica a intervenire per indicare la soluzione e far nascere una nuova prospettiva: la musica è gioia e collaborazione e racchiude in sé il grande potere di cambiare il mondo.
Qual è il valore aggiunto della Bulla di Sapone?
Man mano che l’opera avanzava nella sua realizzazione, abbiamo scoperto che il vero valore dell’operazione non era soltanto nel messaggio, peraltro sostenuto dalla bellezza delle musiche e dalla dinamica delle scene, quanto nel processo stesso che obbligava tutti i protagonisti a riflettere sul fenomeno, a viverlo in prima persona e a comprenderne le ragioni e le strade per uscirne. Le varie repliche che si sono succedute in questi tre anni sono sempre state occasioni di incontro con le scuole e, con la scusa di prepararne l’ascolto, per far riflettere sul fenomeno del bullismo e su come insieme lo si possa affrontare. Il 7 aprile il piccolo miracolo si ripeterà: una nuova classe di quinta elementare che discute e che diventa protagonista, venti bambini che riflettono sul bullismo e ne parlano in famiglia e con altri compagni di scuola. Come canta Euterpe, la musa della musica alla fine dell’opera, la musica è una vibrazione che scuote l’anima, rompe il guscio che nel mondo ci fa stare soli e fa scoppiare il rancore come fosse una bolla di sapone.