Lunedì 20 gennaio quasi 1,5 milioni di telespettatori hanno seguito la puntata di Presadiretta in onda su Rai 3 che ha trasmesso il servizio “Vite a domicilio”. La giornalista Teresa Paoli ha descritto il rapporto tra la soddisfazione delle nostre richieste attraverso consegne a domicilio e l’impatto sull’ambiente e il mondo del lavoro. Nella puntata l’attenzione si concentra su tutte le storture che questo implica per i lavoratori impiegati dalle grandi multinazionali.
Alla fine del servizio trasmetto su Presadiretta, Teresa Paoli ha deciso di dedicare uno spazio anche alle realtà che hanno scelto un’altra strada rispetto a quella dei colossi della gig economy. Si tratta del modello del cooperativismo di piattaforma. La giornalista ha intervistato Trebor Scholz, fondatore del movimento di cooperativismo di piattaforma negli Stati Uniti nel 2014. Nell’intervista il docente universitario e attivista ha spiegato che nel caso di una cooperativa, la piattaforma è posseduta dai lavoratori e quindi diventa uno strumento al loro servizio. In cooperativa, i lavoratori si muovono in un contesto democratico e la ricchezza è ridistribuita in modo equo, così come gli stipendi sono anche superiori rispetto anche a quelli dei grandi player.
Nel raccontare questo modello, la giornalista ha menzionato come modello italiano anche quello della cooperativa Doc Servizi.