Poeta contemporaneo, cantautore e performer. È Gio Evan, all’anagrafe Giovanni Giancaspro. Una vita on the road in India, Europa e Sud America, tra libri, poesie e canzoni. Senza contare il grandissimo successo social, dove gli aforismi tratti dalle sue canzoni registrano migliaia di like. Natura Molta è il suo ultimo album, ora diventato un tour realizzato in partnership con Doc Servizi.
Scrittore, poeta, cantautore, umorista e performer. Come ti definiresti in questo momento?
Un visionario: non voglio apparire presuntuoso con questo termine ma è quello che forse mi appartiene maggiormente. In questo momento vedo cose provenienti da un’altra parte venire a me, come la poesia o la musica. A volte ho l’impressione che la scrittura scenda dall’alto e mi chieda di essere espressa, di farmi strumento. Essendo una persona aperta le lascio il permesso di esprimersi. Mi sento un tramite più che un artigiano. L’uomo sta smettendo di servire ma in realtà Il cielo ha bisogno di camerieri. Serve servire.
Cosa rappresenta per te la poesia?
La testimonianza finale di un uomo. Sono un grandissimo sostenitore e credente dell’evoluzione artistica, umana e spirituale che porta l’uomo ad essere sovrumano. Non basta più essere solamente umani, l’abbiamo fatto per troppo tempo e le conseguenze si sono palesate nell’odio, nella guerra, nelle violenze. La poesia è la spinta primordiale all’invito del sovrumano.
Come mai in un mondo ad alta velocità la gente è attratta dalla poesia che per definizione restituisce il tempo della riflessione?
Le persone si stanno rendendo conto che questa velocità, questa corsa al dinamismo e al tutto e subito ci ha fatto perdere di vista molteplici valori come la cortesia, l’umanità, la gentilezza, l’inchino. È un po’ quello che sta accadendo con il ritorno ai cibi sani, quando fino agli anni 80/90 abbiamo mangiato di tutto. È un ritornare alle origini, grazie al cielo.
Qual è il rapporto tra musica e poesia?
Si tratta dello stesso albero con rami diversi. A volte una poesia ha bisogno di essere intonata, canticchiata, mentre altre volte sussurrata. È necessario prestare attenzione a quello che richiede la parola. A volte un pensiero deve essere urlato, altre bisbigliato come fosse una preghiera.
Sui social hai circa 700 mila followers. Una bella responsabilità.
Immensa direi! Se ci pensiamo però, tutti abbiamo delle grandi responsabilità. Qualsiasi cosa fai presuppone delle responsabilità, anche se hai solamente una persona davanti. Nel momento dell’incontro stai educando, informando, cambiando il mondo. Quando hai tanti cuori in ascolto, come me e tanti altri, devi fare un grande lavoro interiore, non puoi cadere in distrazione. Questo presupposto lo aggiungerei in una preghiera.
Partire è un po’ come morire. Si ricomincia. E tu in questi anni hai viaggiato tantissimo. Quante vite hai scoperto?
La vita più incredibile: in una vita ci sono tutte le vite, in un corpo ci sono tutti i corpi. Credo che solo il viaggio possa essere maestro di tale insegnamento. Quando viaggi, ti esponi e cerchi di vivere solo con te stesso con tutti i tuoi limiti, ti rendi conto di quante infinite possibilità ci sono e inizi a prenderti cura di tutto.
Natura Molta è il tuo nuovo disco. Cosa significa questo titolo?
È un titolo estrapolato dal concetto di natura morta, una delle prime espressioni artistiche poiché già nei tempi paleolitici si disegnava nelle grotte quello che il villaggio doveva apprendere (il cibo, piuttosto che la cacciagione) e tutto questo era già l’espressione di natura morta. Poi nel 1600 il concetto si è diffuso nell’arte, grazie a Caravaggio, per dare vita eterna a un oggetto inanimato. A seguito di questi ragionamenti ho scelto di fare il contrario di quello che fino adesso è stata la natura morta… È nata così natura molta. Queste canzoni per me sono come delle tele.
Cosa ci puoi raccontare di questo tour?
Sta andando benissimo, sono molto sorpreso. Abbiamo trovato la ricetta che unisce la poesia, alla musica, al teatro, all’improvvisazione. Ci vuole l’incastro perfetto per portare una musica che sappia far ballare e una poesia che possa commuovere. Siamo scese compromessi con la delicatezza e ce l’abbiamo fatta.
Progetti futuri?
Diventare ancora più delicati, più teneri. In realtà mi piacerebbe arrivare ovunque: fare la sceneggiatura per un film, entrare nel mondo della pittura, fare una performance e smettere di trascurare il mio roseto.