Con una lettera inviata ai leader di partito in vista delle elezioni europee del 26 maggio, Demetrio Chiappa, presidente di Doc Servizi, chiede: «Una normativa europea per la regolamentazione del lavoro cooperativo autogestito che garantisca standard elevati di trasparenza e partecipazione attiva, armonizzati in tutta Europa».
In Francia, in Belgio e in Italia già oltre 100.000 professionisti stanno lavorando in modelli alternativi di organizzazione del lavoro, che sono in grado di rispondere alla flessibilità e multi committenza che richiede il mercato e nel contempo di garantire loro le protezioni e tutele tipiche del lavoro. «Altri professionisti si stanno attivando in Regno Unito, Spagna, Svizzera, Germania e Repubblica Ceca per sviluppare modelli di organizzazione simili» spiega Chiappa.
Mentre i paesi europei faticano ad inquadrare e tutelare le nuove forme di lavoro «Le piattaforme cooperative di autogestione, in cui i lavoratori stessi sono proprietari, sono un modello innovativo che, a differenza delle piattaforme della gig economy, modellano l’algoritmo attorno alla persona e le sue esigenze. I lavoratori non sono più frammentati sul mercato del lavoro, isolati, ma uniti in cooperativa e in una community che li supporta nella ricerca del lavoro e nella crescita dei progetti».
«In Italia la legislazione delle cooperative è datata – continua Demetrio Chiappa – ed è urgente attivarsi a livello europeo per scrivere una normativa che supporti il modello delle piattaforme cooperative di autogestione offrendo una soluzione a tutti i lavoratori nell’Unione europea che oggi fanno esperienza di attività discontinue e di multi committenza, come i rider e i freelance».
Secondo i dati di Eurostat, riferiti al 2015, del totale occupati in Europa il 15,8% è un freelance. Per l’Italia la percentuale sale a 23,8%, con 3,6 milioni. Secondo una recente indagine della Freelancers Union – no profit americana – la maggioranza dei lavoratori statunitensi sarà freelance entro il 2027.