“A Second Chance” è il nuovo album dei TINS: dieci tracce che nascono da una ricerca interiore dei vari stati emotivi e attraversano la vita di ogni essere umano, nel desiderio di esprimerli attraverso la musica e la parola.
Armonie pop-rock con un occhio rivolto alla scena d’Oltre Manica, romanticismo e note vibranti che percorrono senza sosta le note della tracklist: un disco che annovera tra le collaborazioni Nadia Salomoni (cori), Cristiano Dalla Pellegrina (batteria) e Stefano Pisetta (batteria e percussioni), Fabrizio Casali (basso), Marco Gardini (chitarre), Fabio De Pretis (programmazioni elettroniche), ed Ensemble ArStudium.
Nel giorno della sua pubblicazione ne parliamo con Franco Depedri (voce dei TINS) e Marco Dal Lago (produttore del disco e tra i fonici di maggior spessore del panorama musicale italiano).
Un disco dopo 10 anni: che effetto fa approcciarsi di nuovo alla scrittura, alla composizione, dopo così tanto tempo?
Questi anni in realtà sono stati tutto un continuum tra i due dischi, non ci siamo mai fermati e, nonostante i tempi lunghi, la musica per noi è sempre stata un qualcosa di fondamentale.
Questo ci ha permesso di arrivare al traguardo del secondo album, che per noi è molto importante, oltreché una soddisfazione piena: il risultato è stato quello di aver lavorato con un approccio più maturo, senza aver addosso l’ansia di un progetto esordiente.
Perciò la nostra maggior soddisfazione è quella di aver creato un prodotto che ci soddisfa e, nel caso piacerà anche ad altre persone, ne saremo ancora più contenti.
Quanto materiale è rimasto fuori da questo disco?
Inizialmente avevamo tra le mani almeno 15-16 brani in lavorazione, che però gradualmente si sono ridotti quasi da soli, nel senso che abbiamo messo da parte quelli che ci sembravano meno riusciti o per i quali avevamo bisogno di più tempo per concluderli.
Ci siamo così concentrati sui dieci brani della tracklist definitiva (tre erano già preesistenti, per i quali è stato modificato solo il testo), ma di sicuro ce ne sono diversi che si può dire esser già pronti: in particolare per un brano abbiamo deciso di tenerlo momentaneamente fuori, ha un’anima dance e un riff potente che potrebbero rappresentare le caratteristiche di una chicca da pubblicare, chissà, come singolo tra non molto tempo.
Dai titoli della tracklist si prospetta un disco arioso, positivo: quali sono i temi, gli argomenti che affrontate nei vostri testi?
Ammettiamo di essere dei gran romantici e quindi i brani sono un po’ tutti autobiografici!
Il disco raccoglie tutto quell’insieme che sono state le nostre emozioni, le nostre esperienze, insomma la nostra vita finora: amori, amicizie e storie di vita quotidiana, anche cose riguardanti il nostro essere un gruppo musicale.
Si passa da “Peter” e la sua spensieratezza e desiderio di spiccare il volo, fino ad “A second chance” che parla di rinascita e nuove possibilità, o “The song remains” dove la musica è come fonte di vita che ci ha accompagnato tutti questi anni, o “Dirty Sex” che parla di fantasie amorose giovanili (mai realizzate), in un contesto sociale dove il senso di colpa prevaleva quasi da farti sentire “sporco”, e provare vergogna per un qualcosa che, in realtà, fa solo parte della nostra natura. Fino ad arrivare a brani come “For You” o “Count the Sighs” che parlano dell’amore più profondo e intenso che è quello a cui tutti noi teniamo maggiormente.
“Wonderland”, il primo dei nuovi singoli, è nella colonna sonora di “Milk & Honey”: come è nata questa collaborazione e qual è il vostro rapporto col cinema?
Il mondo del cinema è stato una bella novità, bisogna esser sinceri, perché non ce lo aspettavamo: è stata una bella soddisfazione riuscire ad entrare, come band italiana, nel mondo della musica inglese e in particolare nel campo cinematografico.
Personalmente siamo normali spettatori di cinema, ma aver introdotto un nostro brano in questo ambito può anche rappresentare l’inizio di un percorso molto interessante, visto che comunque con la nostra etichetta Freecom ci saranno nuovi tentativi di provare abbinamenti del genere.
TINS è in realtà l’acronimo di “Tourist in Sunderland” (negli anni ’80): vi riconoscete ancora nell’attuale scena britannica oppure avete spostato la prospettiva verso altri panorami musicali?
Il nostro background musicale è sostanzialmente british, anche perché la Gran Bretagna di quegli anni sfornava una quantità innumerevole di artisti o brani che era difficile rimanere indifferente al loro fascino.
Naturalmente cerchiamo di avere uno sguardo quanto più vasto possibile sugli ascolti oltre Manica, ma bisogna ammettere che quel sound lì ha plasmato il nostro modo di sentire e di produrre e non è facile trovare “alternative” musicali alle nostre emozioni.
C’è chi di noi è legato a un Peter Murphy o a un David Bowie, ma in generale c’è da dire che la bellezza degli anni Ottanta è stata la capacità di generare un approccio libero e creativo alla musica, anche nel caso si fosse trattato di un unico singolo: non un rincorrersi tra mode e stili, quanto piuttosto uno sperimentare e confrontarsi, di modo che ad ogni nuova pubblicazione l’ascoltatore ne fosse rapito e conquistato. Non è un caso che, a distanza di oltre trent’anni, molti classici di quegli anni risuonano ininterrottamente ancora oggi nelle radio, come e più degli evergreen.
Per quanto riguarda poi eventuali altri panorami musicali, c’è da dire che nei TINS non c’è una visione unica in fatto di gusti, così come di esperienze: c’è chi arriva dal mondo classico, chi è esterofilo e chi ha un approccio più eterogeneo.
Inoltre, la nostra produzione si è sempre caratterizzata con brani più o meno di atmosfera, con arrangiamenti molto definiti e curati, quindi sarebbe interessante in futuro sviluppare qualcosa di più asciutto o minimalista.
Prossimi step per questo disco?
Come detto inizialmente, per noi era importante pubblicare un disco che soddisfacesse in primis le nostre aspettative, che esprimesse il nostro attuale mood musicale e di questo siamo davvero contenti di ciò che abbiamo pubblicato.
Detto questo, tutto ciò che ne seguirà non potrà che aggiungere soddisfazione alla nostra vita musicale e professionale, che possa essere un seguito nel campo delle sincronizzazioni così come la pubblicazione di nuovi videoclip.
Ma se c’è gente che apprezzerà i nostri nuovi brani, che ne trarrà delle emozioni positive, quello sarà uno dei piacere massimi: creare musica per la gioia di farlo, è il grado di purezza che crediamo di aver raggiunto in questo attuale momento della nostra carriera professionale.
TINS – A SECOND CHANCE
1. Whisper
2. Wonderland
3. Count the Sighs
4. A Second Chance
5. The Song Remains
6. Peter
7. A Sweet New Refrain
8. Peter – Remix
9. Dirty Sex
10. For You